Annibale Barca - Biografia  

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Annibale (dal punico Hanniba'al חניבעל, Dono [o Grazia] di Baal), figlio di Amilcare che era stato soprannominato "Barca" (da Barak che in punico significava "fulmine"), nacque nel 247 a.C. Il padre, dopo la sconfitta di Cartagine nella Prima guerra punica e dopo aver domato la ribellione dei mercenari e dei sudditi libici, in rotta con il partito aristocratico, cercava la rivincita. Convinse il "Senato" cartaginese a dargli un esercito per conquistare l'Iberia che alcune fonti indicano come un dominio cartaginese perduto. Cartagine fornì solo una forza relativamente ristretta e Amilcare accompagnato dal figlio Annibale, dopo avergli fatto giurare odio eterno a Roma sull'altare di Baal, intraprese nel 237 la marcia lungo le costa del Nord Africa fino alle Colonne d'Ercole. Gli altri due figli, Asdrubale e Magone, restarono a Cartagine. Pur con poche truppe e pochi finanziamenti, Amilcare sottomise le città iberiche scegliendo come base operativa la vecchia colonia punica di Gades, l'odierna Cadice. Egli riaprì le miniere per autofinanziarsi, riorganizzò l'esercito e iniziò la conquista.
Fornendo alla madrepatria convogli di navi cariche di metalli preziosi che aiutarono Cartagine nel pagamento dell'ingente debito di guerra con Roma, Amilcare ottenne finalmente grande popolarità in patria. Sfortunatamente fu ucciso in un combattimento nel 229. Spirando designò il marito di sua figlia, Asdrubale, quale successore. Per otto anni Asdrubale comandò le forze cartaginesi consolidando la presenza punica, edificando una nuova città (Carthago Nova - oggi Cartagena). Asdrubale, impegnato nel consolidamento delle conquiste cartaginesi in Iberia, approfittò delle relativa debolezza di Roma che doveva fronteggiare i Galli in Italia e in Provenza per strappare il riconoscimento della sovranità cartaginese a sud del fiume Ebro. Asdrubale morì nel 221 a.C. pugnalato in circostanze mai veramente chiarite. I soldati acclamarono loro comandante il giovane Annibale. Aveva ventisei anni e ne aveva passati diciassette lontano da Cartagine. Il governo cartaginese confermò questa scelta.
Dopo due anni trascorsi a completare la conquista dell'Iberia a sud dell'Ebro, Annibale si sentì pronto alla guerra. Cominciò l'assedio di Sagunto - città alleata a Roma con il pretesto che si trovava a sud dell'Ebro e quindi non rientrava nel territorio protetto dal trattato stipulato con Roma. L'assedio durò otto mesi e terminò nel 219 a.C. con la conquista della città. Conquista agevolata da Roma che, impegnata su altri fronti, si limitò a mere proteste verbali presso Cartagine, la quale, aveva buon gioco nel declinare le responsabilità.
Il senato cartaginese, ricevuta alla fine di marzo 218 a.C. un'ambasceria romana, capeggiata dal princeps del Senato Marco Fabio Buteone, non accettò le condizioni dei romani (restituzione di Sagunto e consegna di Annibale). La guerra divenne inevitabile.

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